16 e 17 dicembre va in scena la storia di Novecento, un pianista fenomeno della musica vissuto sempre sul piroscafo Virginian, raccontata dal suo amico Tim Tooney.
Antonello Avallone si cimenta con il bellissimo monologo teatrale di Alessandro Baricco, da cui è stato tratto il famoso “La leggenda del pianista sull’oceano” diretto da Giuseppe Tornatore nel 1998 (trailer del film). Un’interpretazione che conduce lo spettatore nelle sfere più intime dei sentimenti, attraverso il mito e la leggenda, toccando tutte le emozioni, dal sorriso al pianto, dalla comicità al dramma, dall’ironia al surreale.
Novecento è nato su una nave, attraversando l’oceano, e da lì non è mai sceso. Una volta aveva pensato di farlo, ma arrivato sul terzo gradino della scaletta si era fermato. Davanti a sé aveva visto una città sterminata. Troppo grande quel mondo di cui non vedeva la fine. Milioni e miliardi di possibilità tra cui scegliere. Impossibile scegliere una donna, una casa, una terra. Solo sul suo pianoforte, sui suoi 88 tasti, con la sua musica, poteva trovare l’infinito.
Una leggenda inventata da Baricco che può essere la metafora della condizione dell’artista, che non sa riconoscersi nei punti di riferimento e negli stili di vita tradizionali, sempre a metà strada tra mondi diversi, capace di parlare solo attraverso la sua arte.
La musica jazz di sottofondo colora lo spettacolo, diventando spesso travolgente protagonista della storia, immergendo il pubblico in una dimensione nuova e sconosciuta.
Uno spettacolo intriso di elementi poetici, capaci di toccare gli animi degli spettatori
Alessandro Baricco: “Ho scritto questo testo per un attore, Eugenio Allegri, e un regista, Gabriele Vacis. Loro ne hanno fatto uno spettacolo che ha debuttato al festival di Asti nel luglio di quest’anno. Non so se questo sia sufficiente per dire che ho scritto un testo teatrale: ma ne dubito. Adesso che lo vedo in forma di libro, mi sembra piuttosto un testo che sta in bilico tra una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce. Non credo che ci sia un nome, per testi del genere. Comunque, poco importa. A me sembra una bella storia, che valeva la pena di raccontare. E mi piace pensare che qualcuno la leggerà.” (cit. Settembre 1994 nell’incipit del libro)
Dopo essersi esibito in primavera al Teatro di Montopoli in Sabina, alla rassegna “Estate a Palazzo Trinci” di Foligno, il 29 novembre al Teatro Ghione di Roma e il 3 dicembre Biblioteca Com. Sacrofano, Antonello Avallone giungerà sul palco del Teatro Domma.
16 dicembre ore 21:00 / 17 dicembre ore 17:00
PROMOZIONE “STRENNA NATALIZIA”
BOTTEGHINO dal Lun al Ven orario 16:00 – 20:00 (Prenotazioni anche via WApp al cell. 3286077138 ) email: teatrodomma@gmail.com
Si può acquistare anche tramite la “Carta del Docente” e la “18 App” degli studenti. Informazioni qui
LA TRAMA – Un neonato viene trovato in un cesto nascosto a bordo del transatlantico Virginian che fa il percorso tra l’Europa e l’America. Un operaio fuochista lo prende con sé e gli dà il nome di Novecento in omaggio al ventesimo secolo che sta cominciando. Novecento rimane sulla nave e, dopo la morte del padre adottivo, tutto l’equipaggio lo aiuta a crescere. Il ragazzino osserva il variopinto mondo dei passeggeri: i ricchi signori in prima classe, gli emigranti che sognano una nuova vita in America, le ragazze, le merci, la confusione. Da adulto, Novecento si accorge che suonare il piano è il suo grande interesse. Così comincia ad allietare le serate in sala da ballo con l’orchestra e la fama della sua bravura si diffonde anche a terra. Un giorno, raggiunto da queste notizie, Jelly Roll Morton, il più grande pianista jazz, sale a bordo per lanciargli una sfida pianistica. Novecento accetta e, dopo una fase iniziale di incertezza, si riprende e vince. Qualche tempo dopo, Novecento annuncia all’amico Tim che ha deciso di scendere a terra. Ma quando è a metà della scaletta, guarda i grattacieli di New York e torna indietro. Dopo la II Guerra Mondiale, il Virginian deve essere demolito. Tim sa che Novecento è ancora a bordo, lo trova e cerca di farlo scendere. La nave viene fatta esplodere. E Tim continua a raccontare una storia alla quale nessuno crede.
Margherita De Donato