Risate, sogni e speranze tra i banchi di scuola. Obiettivo da raggiungere: la cultura come riscatto. Un’insegnante ed una bidella alle prese con una classe serale composta da quattro alunni. All’improvviso arriva un clown, a cui il preside dà la possibilità di provare nel teatro della scuola dove anche gli altri fanno lezione, e così….
E’ di scena il mondo della scuola con le sue luci ed ombre. In un liceo romano si organizzano corsi serali per studenti-lavoratori, adulti presumibilmente motivati a conseguire il diploma. Nora Cosentino De Cupis (VERONICA LIBERALE) è una professoressa sognatrice priva di polso e amante dei classici, che parla di Foscolo e Manzoni come se fossero suoi amici di vecchia data, ma che deve anche fare i conti con la figura ingombrante della madre, autrice del caso editoriale “Banchi di nebbia tra i banchi di scuola”, nonché insegnante perfetta ed ex preside indimenticata del suo stesso istituto. Delusa dai suoi giovani studenti senza valori né ambizioni, Nora ha chiesto il trasferimento, ritrovandosi a gestire una classe particolare ed eterogenea, fatta da adulti-bambini in cerca di riscatto, specchio di una società che gioca al ribasso. I quattro alunni, caratterizzati egregiamente tanto che più diversi tra loro non si può, sono accomunati soltanto dal fatto che, considerata l’età adulta, pensano di non dover fare nessuno sforzo per prendere l’agognato “pezzo di carta” e così rischiano addirittura di far annullare il corso. Si tratta di Alfonso, un ragazzo che non riesce a relazionarsi con gli altri, ma è l’unico ad applicarsi nello studio da classico secchione (ALESSANDRO MOSER), Calogera in arte “Sharon”, una sgrammaticata fashion youtuber di periferia (FRANCESCA PAUSILLI), Liubotchka, una odontotecnica russa immigrata, costretta a lavorare come badante, perché il suo titolo di studio non è riconosciuto in Italia (PATRIZIA CASAGRANDE) e infine Costantino, un ristoratore romano/romanista, che non sa assumersi le sue responsabilità e nutre un complesso di inferiorità rispetto al fratello (DAVID MARZULLO). Al loro fianco c’è Tecla, ANTONIA DI FRANCESCO, una collaboratrice scolastica, verace romana senza peli sulla lingua, ma insostituibile per uscire dalle situazioni più intricate. Fuori dal coro si muove la presenza clownesca del mago Buranza (ANTONIO LOSITO). La storia scorre tra litigi, amori, amicizie e profonde crisi personali. A fine anno, finalmente, ognuno di loro arriva alla propria personalissima maturità perché, spogliatosi della maschera che ha cucita addosso, mostra le sua vera personalità con le sue fragilità e i suoi problemi. Una trama semplice ma avvincente, che sottolinea l’importanza della scuola, del fare gruppo e del riuscire a trovare il proprio posto, superando i sentimenti di inadeguatezza. Per riscattarsi non è mai troppo tardi!
Regia: PIETRO DE SILVA – Aiuto regia: GIORGIA MACRINE – Luci e fonica: DENIS PERSICHINI – Voce fuori campo: RICCARDO MEI – Foto di scena e Social Media Manager: ELENA TOMEI
“CHE CLASSE!” alla VII edizione della Rassegna culturale ESTATE INSIEME
Una valanga di emozioni in due atti per una serata divertente
Con lo spettacolo “Che classe” (Premio de’ Servi edizione 2016) Veronica Liberale ha vinto il concorso ideato da Roberto D’Alessandro, “Roma Comic Off ”, riconoscimento che ha conseguito per quattro anni di seguito, grazie alle sue successive commedie: “Pane, latte e lacrime” (2017), “Direzione Laurentina” (2018), “Questa strana voglia di vivere” (2019). Ad ottobre 2023 uscirà il suo primo romanzo: “Carlona – Storia di una principessa senza favola”, che al momento sta editando con la sua casa editrice. Inoltre, da più di un decennio, l’autrice scrive a quattro mani con Antonio Losito nel campo del teatro ragazzi per la compagnia teatrale “I Ridikulus” , creata insieme a Massimo De Giorgio e lo stesso Losito.
Di questa sua commedia, Veronica Liberale ha dichiarato: “Oltre a far ridere e sorridere, avevo il desiderio di fare un’analisi della scuola di oggi. Mi sono formata con il teatro ragazzi (lavorando in spettacoli al Castello di Lunghezza, ndr) e ho frequentato tanto la scuola – essendo stata anche insegnante di teatro all’interno di essa – e poi sono anche una mamma, quindi conosco abbastanza bene l’ambiente scolastico. Nel testo c’è la volontà di parlare dei problemi della scuola, in quanto è qui che si formano gli individui di domani. Può essere un mondo bellissimo, ma può diventare anche un inferno per molti; bisogna vedere come la vivi e come viene gestita: se non sei vincente, se non sei bello o al pari con gli altri, puoi essere tagliato fuori, come nel caso di Alfonso. La crisi della scuola si vede prima di tutto nel fatto che la classe serale di Nora è costretta a fare lezione nel vecchio teatrino delle scuole medie, un posto di fortuna, perché nella sede ufficiale ci sono dei lavori che durano da un’eternità.” (fonte: TeatroOnline). Per la Veronica-ragazza gli anni tra i banchi sono stati così importanti e formativi da far sì che, per il suo personaggio nello spettacolo, ha scelto il cognome De Cupis dal proprio professore di latino greco, a cui deve l’amore per il teatro.
ALCUNI TESTI TEATRALI DI VERONICA LIBERALE
“Che classe” conferma il sodalizio artistico di Veronica Liberale con le attrici Antonia Di Francesco e Francesca Pausilli, con cui collabora da molto tempo, condividendo il palcoscenico in molteplici suoi lavori teatrali.
ALCUNE RECENSIONI: ViviRoma.tv – ildogville.it – visumnews.it
LA PAROLA ALL’AUTRICE-ATTRICE : intervista audio (2023)
Margherita De Donato