Approfondiamo la conoscenza di Andrea Perrozzi, musicista ed interprete teatrale, che è stato il Serenante in due edizioni di “Rugantino” ed è noto anche per le sue apparizioni televisive negli spettacoli di Enrico Brignano con cui è spesso in tournée.
Prima di andare più a fondo nell’aspetto strettamente musicale della vita artistica di Andrea Perrozzi, gli chiediamo qualcosa del suo ruolo nello spettacolo “Quattro”, che il 10 dicembre debutterà al TEATRO DOMMA (info: 3286077138), per la regia di Michele La Ginestra, dopo essere andato in scena dal 22 novembre fino al 4 dicembre al TEATRO 7 (info: 0644236382) .
Insieme ad Alessandro Salvatori sei uno dei due protagonisti maschili della commedia “Quattro”, in cui reciti e canti. Quali sono le caratteristiche del tuo personaggio? Cosa ti piace maggiormente di questa pièce dal ritmo veloce e serrato?
Andrea, il mio personaggio, è sicuramente un semplice: non sveglissimo a livello cerebrale, perché non è molto intelligente, ma forse è la sua ingenuità a farlo sembrare così. In compagnia cerca di piacere a tutti, facendo il simpatico, il brillante…è quel tipo di persona che racconta le barzellette ma non se le ricorda bene oppure usa i modi di dire, facendoli un po’ suoi, e lancia sfondoni che non finiscono mai. Ecco, lui è così e dagli amici viene considerato il compagnone stupidotto, che deve far ridere a tutti i costi, ma ha ‘l’intelligenza di un legume’. Quello che mi piace di più di questa commedia è proprio la velocità del ritmo: una battuta dietro l’altra, tempi serrati. E poi c’è una grandissima armonia tra di noi, è veramente musica. Pensa che per quanto mi diverto a fare questo spettacolo, mi piacerebbe vederlo da fuori!
Tra risate e colpi di scena, “Quattro” fa riflettere sulle paure e le incertezze che spesso accompagnano le relazioni. Si parla, quindi, anche di amicizia. Da tempo formi un duo affiatato con Alessandro Salvatori, al quale ti lega una bella amicizia oltre al sodalizio artistico. Dopo i vostri consolidati cavalli di battaglia, “Trasteverini” e “In due sotto a ‘na finestra”, quale novità bolle in pentola per il teatro, la televisione oppure per il cinema?
Sicuramente ‘Quattro’ è uno spettacolo che fa riflettere su tanti aspetti, come sul confondere spesso l’amicizia con l’amore o provare un sentimento così forte, così vicino all’amore, da non capire se si tratti veramente di amore o di amicizia; è talmente forte il legame che a volte è meglio lasciarlo così, per non rischiare di rovinare tutto.
Lo spettacolo ha diverse chiavi di lettura nel finale e lo spettatore può cercare di dare la sua visione, perché può sembrare uno ‘sliding doors’: se fosse andata così, allora avremmo visto questo, ma torniamo indietro e facciamo un altro inizio…quindi è molto divertente per questo.
Con Alessandro (Salvatori) formiamo un duo artistico ormai da molti anni. Quello che ci fa andare avanti è l’amicizia, ma anche l’essere così diversi l’uno dall’altro, al punto di colmare le lacune reciproche; al tempo stesso, però, spesso ci scontriamo, allora capiamo che non è più il caso di insistere e prendiamo le distanze per un po’ di tempo, conservando l’enorme affetto che ci lega.
Per quanto riguarda i nostri futuri impegni, sicuramente sarà un anno importante con una nuova avventura teatrale: a fine febbraio 2023 saremo al Teatro 7Off con “Ben Hur”, un testo di Gianni Clementi, portato per 15 anni in scena dalla coppia eccezionale Pistoia-Triestino! Noi raccogliamo questa difficile eredità, per cui siamo eccitati e spaventati allo stesso tempo. Per la televisione abbiamo già girato una puntata di una fiction con Michele La Ginestra, che andrà in onda l’anno prossimo, mentre per il cinema al momento non c’è nulla all’orizzonte.
Sei abituato anche ai grandi palcoscenici. Hai calcato quello del Sistina (nel 2010 e nel 2013 sei stato il Serenante per “Rugantino” interpretato da Enrico Brignano…e sei volato anche a Broadway!) e quello di arene quali il Palalottomatica (hai aperto lo show di Fiorello nel 2014) e l’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove sei stato in tour con Brignano, che hai affiancato anche in televisione con “Un’ora sola vi vorrei”. Quali di queste esperienze ti ha più entusiasmato? Quali ricordi conservi?
Rispondere a questa domanda per me è davvero facile. Infatti, sebbene abbia calcato palchi veramente molto importanti (il PalaLottomatica ormai è una consuetudine: anche quest’anno ci sarò per il 31 dicembre) e lavorato, sempre con una grandissima emozione, nei teatri più belli d’Italia e non solo (ho lavorato anche a New York), il brivido più forte che ho provato e conservo ancora come ricordo è quello legato al Teatro Sistina con il ruolo del Serenante in “Rugantino“, perché fin da bambino ho sempre sognato di fare quello spettacolo, in quel ruolo e in quel teatro. Avevo rifiutato il Sistina con un altro spettacolo, perché mi ero ripromesso di calcare quel palco solo con “Rugantino” e poi il destino mi ha regalato questo sogno… In seguito vi ho recitato tante altre volte, con spettacoli anche d’autore, ma quella prima volta in cui il sipario si è aperto ed io, con 38 di febbre, ho cantato “Tirollallero” del maestro Armando Travajoli, non la dimenticherò mai!
Qualcuno sostiene che, quando una vita si spegne sulla terra, si accende una stella in più nel cielo. Nel tuo repertorio c’è uno spettacolo dal titolo “Cantastelle”, in cui canti qualcuna di queste vite, alcune fortunate, alcune tristi, altre divertenti, ma tutte magiche e piene di poesia…Fra gli artisti più rappresentativi della canzone d’autore quali voci senti vicina alle tue corde?
“Cantastelle” rappresenta veramente il tipo di spettacolo che fa per me, perché mi consente di esprimermi in ciò che amo fare ovvero recitare, far ridere e cantare. Inoltre, la fortuna di aver scritto uno spettacolo su di me è quella di aver potuto scegliere le voci che più mi rappresentano e che più amo nel panorama dei cantautori italiani. In realtà sono rimasti fuori davvero in molti (tra questi, forse il cantautore che in questo decennio sto amando di più, per quello che dice e per come lo dice, ovvero Niccolò Fabi) però non c’è una sola canzone di quelle che faccio che non abbia una voce simile alla mia, non a livello di vocalità, ma di cuore: una voce di sentimenti, di emozione.
Muovendoti tra teatro e canzone, nello scorso luglio hai debuttato con il brillante atto unico “Se io fossi un angelo”, chiaro riferimento alla canzone di Lucio Dalla. Come è nato questo tuo nuovo spettacolo?
“Se io fossi un angelo” è il titolo di una canzone di Dalla che ho sempre amato. L’ho sempre vista come il titolo di uno spettacolo, anche quando non pensavo ancora allo spettacolo. L’anno scorso durante una trasmissione su Rai 2 con Enrico Brignano venne come ospite la cantante Casadilego, a cui assegnammo da cantare “Se io fossi un angelo”. Alle prime note mi si è accesa la lampadina e ho detto: “Devo iniziare uno spettacolo con queste note, le prime note del pianoforte”, le prime note della canzone di Lucio Dalla insomma. E così infatti inizia il mio spettacolo. Mi è venuto in mente di rendere omaggio a Lucio, perché in realtà l’ho sempre amato, ma non l’ho mai approfondito. Prima era molto superficiale la mia conoscenza di Lucio Dalla, ma adesso mi spiego tutto il suo successo! Questo spettacolo mi ha dato l’opportunità di curiosare in tutto il suo repertorio e nella sua vita…ed è uno spettacolo meraviglioso! Si tratta di un geometra di nome Domenico Sputo, l’alias che usava Lucio Dalla (sul suo campanello di casa è scritto Commendatore Domenico Sputo), che invita amici per cena a casa sua, ma non si presenta nessuno, quindi lui va nel panico, riflette, pensa di essere sbagliato, di essere stato abbandonato. Si chiede perché, si affaccia alla finestra e comincia a raccontare dei suoi vicini, dei passanti…Sono tutti espedienti per arrivare alle canzoni di Lucio, ma poi alla fine c’è una grande sorpresa, perché in realtà lui ha semplicemente sbagliato il giorno! Non si ricordava che l’invito fosse per la sera dopo, quindi è molto divertente. Uno spettacolo che ho cominciato ad amare e che, quando l’avrò replicato per tante volte, arriverò ad amare alla follia.
GRAZIE, ANDREA, SEI STATO GENEROSISSIMO! CON LE TUE DESCRIZIONI CI HAI FATTO VENIR VOGLIA DI ASSISTERE A TUTTI I TUOI SPETTACOLI…A COMINCIARE DA “QUATTRO”!
Margherita De Donato
I VIDEO CON LE ESIBIZIONI DI ANDREA PERROZZI
Avete PRENOTATO il vostro posto per QUATTRO?…Chiarisco, la commedia si chiama “Quattro”, ma non dovete sedervi in quattro in un posto, potete prenotare quattro comodi posti! CHIAMATE direttamente il TEATRO DOMMA al 3286077138 o andate su iTicket. COSA ASPETTATE ANCORA?