Uno dei primi racconti della serie del maestro di Porto Empedocle dedicata al noto commissario è al centro del progetto artistico ideato dal famoso attore-regista campano.
Nel pomeriggio di domenica 4 febbraio il palco del Teatro Domma ha accolto lo spettacolo LA PRIMA INDAGINE DI MONTALBANO, interpretato da Massimo Venturiello con l’accompagnamento musicale dei fratelli Vladimiro ed Emanuele Buzi (mandolino, mandola e chitarra classica).
Un monologo di circa ottanta minuti che ha confermato la bravura dell’interprete e l’amore del pubblico per il personaggio del commissario Salvo Montalbano, frutto del genio di Andrea Camilleri.
La lettura del testo scorre piacevolmente, ritmata dai frammenti musicali che la sostengono, oltre che dalle sapienti pause e dai diversi toni e espressioni usati con intensità dall’artista, che sul finale esegue anche una canzone.
Nessuna scenografia sul palco, salvo il leggio con il testo da interpretare, accanto ai due valenti musicisti che suggellano la fine di ogni capitolo. Attraverso la voce di Venturiello la Sicilia di Camilleri diventa palpabile. Mentre la trama inchioda il pubblico, non consentendo alcuna distrazione, la lingua inventata dal grande scrittore arriva carica di musicalità. Il siciliano ha di per sé una musicalità straordinaria, che risuona nella ‘sotto-lingua’ usata dall’autore del racconto. La parola scritta, declamata sul palco, si traduce in immagini e rende visibili i protagonisti nati dalla prestigiosa penna, che ha conquistato milioni di lettori. I personaggi di Camilleri sono vivi, perché perfettamente caratterizzati nelle loro peculiarità fisiche e psicologiche; ciò rende più facile il coinvolgimento degli spettatori nella lettura del testo, che per ovvie esigenze temporali è stato ridotto rispetto al libro, ma ne conserva la solida struttura teatrale.
Venturiello ha ideato questo reading teatrale come una scommessa, a seguito del successo degli audiolibri, che aveva realizzato per l’editore Sellerio e pubblicati in rete da Storytel, con le storie coinvolgenti di un giovanissimo Salvo, dapprima ancora vicecommissario e, dopo la promozione, affiancato dal suo vice, nonché amico Mimì Augello e dal fedele ispettore Fazio. Fu Camilleri stesso a volere l’artista originario di Roccadaspide (nel Cilento, lasciato alla volta di Roma all’età di sei anni) per il progetto della lettura dei suoi testi, dopo che i due avevano lavorato insieme a metà degli anni Ottanta. L’esigenza di proseguire su questo percorso ha portato Venturiello ad allestire lo spettacolo “La prima indagine di Montalbano” (tratto dall’omonima raccolta pubblicata nel 2004), in cui nascono tutti i personaggi dei successivi numerosi romanzi di successo. Nell’estate 2022, per l’anteprima nazionale di questo suo progetto, Venturiello scelse Salerno, che considera la sua città adottiva e che in quell’occasione gli conferì il Premio “Peppe Natella”. Da lì ha preso il via la tournée con cui ha girato l’Italia, a partire dalla Sicilia (spot dell’attore). Quest’isola esercita un notevole fascino sull’attore, che la considera come una seconda terra, che ha frequentato molto facendo teatro. Il suo primo spettacolo, “Tito Andronico” di Shakespeare, aveva come protagonista Turi Ferro, uno dei più grandi attori siciliani; anche il monologo “Barberia” di Gianni Clementi, che ha interpretato, è uno straordinario omaggio alla Sicilia. Infine è lì che Venturiello ha conosciuto la cantante Tosca Donati, a lui legata da un fortunato sodalizio artistico e sentimentale. I due hanno lavorato insieme alle rivisitazioni teatrali de “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin e “La strada” di Federico Fellini, in cui la cantante ha recitato. Hanno inoltre collaborato a diversi altri progetti, come “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht, “Gastone” di Ettore Petrolini, “Il borghese gentiluomo” di Molière.
Veniamo alla trama de La prima indagine di Montalbano. Il vicecommissario Salvo Montalbano sta facendo il suo apprendistato di futuro commissario di polizia a Mascalippa, uno sperduto paese dei monti Erei, dove si sente come un pesce fuor d’acqua. Preferisce decisamente i luoghi di mare, con cui ha una sorta di osmosi fisica e spirituale. Quando si diffonde la notizia della sua prossima promozione e dell’automatico trasferimento, è quindi terrorizzato dall’idea di essere mandato nell’interno della Sicilia, in una zona dalla terra riarsa. Grazie anche all’aiuto non richiesto di Mery, sua amica ed amante con conoscenze al Ministero dell’Interno, ottiene il trasferimento a Vigàta, cittadina di mare, che già conosceva da ragazzo. La sua nuova vita da commissario inizia con un richiamo a testimoniare al tribunale di Montelusa, dove nota per la sua fissità una bella ragazza vestita modestamente, che sembra essere in attesa di qualcuno. Finita la sua deposizione, Montalbano ritrova la ragazza nello stesso posto e con lo stesso atteggiamento che lo incuriosisce. A causa di un guasto all’automobile, il poliziotto è costretto a prendere un pullman per Vigàta, sul quale è salita anche la giovane donna del tribunale. Quando questa scende ad una fermata, senza sapere lui stesso perché lo faccia, decide di seguirla sino a quando, vedendo che sta per svenire, va per soccorrerla, scatenando in lei una violenta reazione che si trasforma in una colluttazione, durante la quale il commissario scopre che la giovane ha con sé una grossa rivoltella. Portata in commissariato, si appura che la giovane Rosanna è stata ripudiata dalla famiglia perché incinta e, costretta ad abortire, vive facendo saltuariamente la serva. La giovane si rifiuta di parlare sino a quando Montalbano riesce a farle confessare che è stata incaricata dal suo amante Cusumano, nipote del potente capomafia locale, di uccidere con una rivoltella, che si rivela essere un ferrovecchio non in grado di sparare, un certo giudice di Montelusa, che però non ha mai avuto niente a che fare con i mafiosi. Da qui ha inizio “La prima indagine di Montalbano” con la successiva soluzione del giallo.
Al Teatro Domma la fine del reading è stata accompagnata da un caloroso applauso per il progetto realizzato da Massimo Venturiello, attore e regista di teatro. Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia Officina Teatrale, fondata nel 2006 da Venturiello e Tiziana Tosca Donati. Dal 2014 Venturiello è anche il responsabile della sezione Teatro presso l’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini – progetto sotto la supervisione artistica di Tosca – che consiste in un laboratorio di alta formazione del teatro, della canzone e del multimediale della Regione Lazio (Viale dei Giusti della Farnesina, 6) e in un Hub culturale di eventi su Roma (ingresso in Viale Antonino di San Giuliano, 782- angolo via Mario Toscano).
Per la decisione di iscriversi all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma (Venturiello, classe 1957, vi si è diplomato nel 1981) fu determinante la visione della prima edizione del “Masaniello” di Armando Pugliese, ma la passione per il teatro da parte dell’artista nasce dalle sue origini, dalle antiche feste patronali come quella di San Cosmo e Damiano a Castel San Lorenzo, il paese natale del padre.
Sul suo sito internet Venturiello ha scritto: “Amo il teatro, amo il suo destino fugace, il baratro senza fondo nel quale precipitano le parole pronunciate in scena. Amo la voragine infinita in cui tutto scivola, l’abisso in cui si disperdono le nostre azioni. Amo la sorte inspiegabile alla quale il mio mestiere mi sottopone costantemente senza pormi domande e darmi risposte, senza mai farmi sentire inadeguato, così come se camminassi, stessi fermo, pensassi, sognassi. Amo il teatro. La vita. E, non fosse per la paura dell’inevitabile panico finale, amerei persino, e ancor più, la morte. Chissà se l’angoscia di quegli attimi, che appare insopportabile a chi ne è lontano, a chi è ancora invischiato, inchiodato nelle ragioni della vita, non diventi invece a quel punto tollerabile. Magari è così, magari sfioreremo finalmente il senso della musica delle nostre ore, della colonna sonora del nostro viaggio, di quello che ci scorre accanto e che forse soggiorna nella lontanissima periferia dei nostri pensieri emancipati, tra i gesti e le parole dileguate nel vuoto del nostro immenso palcoscenico”.
Massimo Venturiello si è affermato anche al cinema e sul piccolo schermo, dove vanta una vasta filmografia tra lungometraggi e fiction popolari, nonché come eccellente doppiatore (tra i tanti personaggi illustri a cui ha prestato la propria voce figura Gary Oldman nei panni di Sirius Black in “Harry Potter”). I suoi ultimi lavori cinematografici lo vedono nel ruolo di Saverio ne “Gli Agnelli Possono Pascolare in Pace” con Mariagrazia Cucinotta per la regia di Beppe Cino, in uscita nei cinema, e in “Sinapsi” di Mario Parruccini.
Durante il periodo della pandemia Venturiello ha approcciato anche il mondo della scrittura ed ha debuttato con “La Sartoria di Addis Abeba”, la storia di un uomo che va alla ricerca delle proprie radici, da cui è stato costretto ad allontanarsi per cercare fortuna altrove. Il protagonista è l’alter-ego del suo stesso autore: come spesso accade nel primo libro che si scrive, è un po’ autobiografico.
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Margherita De Donato
Chi avesse perso l’occasione di assistere al reading teatrale o volesse riascoltare le pagine di Camilleri interpretate da Massimo Venturiello può ricorrere agli audiolibri della Sellerio editore pubblicati in Rete da Storytel (qui prova gratis per 14 giorni, poi 9,99€/mese).
LA RACCOLTA “La prima indagine di Montalbano” segue i primi passi del commissario più amato d’Italia in tre storie imperdibili: Sette lunedì, La prima indagine di Montalbano e Ritorno alle origini; una gioia per i lettori affezionati ed il migliore inizio per chi ancora non lo conoscesse approfonditamente. IL LIBRO COMPRENDE TRE ROMANZI BREVI: tre indagini di Montalbano dislocate in fasi diverse della carriera del commissario. L’indagine centrale è quella più lontana nel tempo, addirittura la prima affrontata dal giovane Montalbano fresco di nomina a Vigàta. Sono storie inquinate da una crudele brutalità, a cui si oppone la mente analitica de poliziotto, capace di dipanare le trame più insidiose. Il primo romanzo è un giallo enigmistico dal ritmo febbrile, che tiene tutti sospesi sino alla fine: da un lunedì all’altro si susseguono gli «omicidi» di animali di taglia progressivamente sempre più grande, da un cefalo a un elefante, accompagnati da un breve messaggio scritto. Il secondo romanzo è un labirinto che ha al centro una fanciulla enigmatica, una serva analfabeta, violentata quand’era minorenne e poi più volte abusata. Ed è abitato da bulli di mafia e onorevoli conniventi. Nell’ultimo romanzo «è sparita una picciliddra di tri anni». La bambina è presto ritrovata. Tutto sembra chiaro: un incidente da nulla, durante una scampagnata. Ma Montalbano sente odore di marcio. Non è convinto, le apparenze non lo ingannano. Si addentra così in un triste giallo famigliare, con compromissioni mafiose. Il libro uscì in prima edizione da Mondadori nel 2004, mentre Camilleri cominciava a scrivere l’ultima indagine di Montalbano, Riccardino, in cui si congeda portando malinconicamente con sé il «paisaggio» di Vigàta.
I romanzi di Montalbano (da questo elenco sono esclusi i racconti e le raccolte):
- La forma dell’acqua (1994 ed. Sellerio)
- Il cane di terracotta
- Il ladro di merendine
- La voce del violino
- La gita a Tindari
- L’odore della notte
- Il giro di boa
- La pazienza del ragno
- La luna di carta
- La vampa d’agosto
- Le ali della sfinge
- La pista di sabbia
- Il campo del vasaio
- L’età del dubbio
- La danza del gabbiano
- La caccia al tesoro
- Il sorriso di Angelica
- Acqua in bocca (scritto con Lucarelli)
- Il gioco degli specchi
- Una lama di luce
- Una voce di notte
- Un covo di vipere
- La piramide di fango
- La giostra degli scambi
- L’altro capo del filo
- La rete di protezione
- Il metodo Catalanotti
- Il cuoco dell’Alcyon
- Riccardino