Dal 14 al 16 luglio a Torpignattara avrà luogo la settima edizione dello spettacolo itinerante “I Nasoni Raccontano – la storia ha il naso lungo”, per la regia di Ariele Vincenti. Tra gli interpreti protagonisti Matteo Cirillo e Francesca Pausilli.
Fabio Morgan, direttore de La Città Ideale (il profilo con le sue attività, qui), è l’ideatore-autore di questo progetto di storytelling urbano, che mette in dialogo arte e periferie. Dopo aver toccato la maggior parte delle piazze e delle strade del V Municipio di Roma – narrando le storie di quartieri come Centocelle, Pigneto, Gordiani e Quadraro – quest’anno la rappresentazione parte da Largo Raffaele Pettazzoni per raccontare la crescita e lo sviluppo di Tor Pignattara, una delle zone più storiche di Roma, che si estende sui quartieri Tiburtino e Prenestino-Labicano.
Il format prevede la raccolta di materiale storico e aneddoti attraverso il dialogo con i cittadini per la creazione di un testo teatrale, allestito poi in forma itinerante tra mercati, strade, cortili e giardini, facendo tappa ai piedi delle caratteristiche fontanelle romane, conosciute come ‘nasoni‘. Il soprannome si deve alla forma ricurva del rubinetto, che ricorda quella di un grande naso. Tale particolarità, insieme alla loro diffusione capillare nella città, ha fatto di queste fontanelle uno dei simboli della capitale.
I nasoni nacquero nel 1874 con il fine di rendere disponibile un alto quantitativo di acqua potabile alla cittadinanza. L’acqua terminava la sua caduta nel condotto fognario, attraverso una grata posta a livello stradale. Negli anni seguenti, il disegno delle fontanelle venne modificato: le tre bocchette decorate a forma di drago lasciarono il posto ad un unico cannello liscio, il “nasone”.
Si ripercorrono pezzi di storia, dagli anni ’50 fino ai giorni nostri. Personaggi del passato, storie mai dimenticate e frammenti della storia del quartiere riemergono dalle narrazioni degli abitanti, mischiandosi con la Storia ufficiale. Ogni Nasone si fa custode di una storia.
L’origine del nome Torpignattara
In scena, a dare vita a incursioni artistiche sempre originali, gli interpreti Matteo Cirillo e Francesca Pausilli (ndr. nella stagione teatrale 2022-2023 li abbiamo apprezzati sul palco del Teatro Domma. Dopo le repliche de ‘I Nasoni’ saranno impegnati l’uno con lo spettacolo”Trops – Lo sport da un altro punto di vista” il 19 luglio a Testaccio e l’altra a San Lorenzo il 19 con “Io Libero” e il 22 luglio con “Che classe”), Ilario Crudetti, Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Emiliano Morana, Giulia Nervi, Sarah Nicolucci, con la partecipazione di Anita Farina, Camilla Pujia, Alba Tisano.
Matteo Cirillo: “Abbiamo fatto spettacolo sotto, sopra e dentro la Metro C di Roma, abbiamo fatto Shakespeare negli Ater delle case popolari, abbiamo raccontato l’opera lirica su un autobus che portava dalla periferia al Teatro dell’Opera, abbiamo raccontato la storia di Centocelle (ndr. ecco un video del 2021 tratto da FB dell’attore), di Villa Gordiani, del Pigneto e infine del Quadraro nel 2022 (video). Dal 14 al 16 luglio 2023 racconteremo la storia di Tor Pignattara, lo faremo ovviamente per strada, in mezzo alla gente e in mezzo alle vie dello storico quartiere romano, perché torna in scena “I Nasoni raccontano!” (tratto dal profilo FB dell’artista)
Questo modo di vivere le periferie, di conoscerne la storia, di creare comunità ha coinvolto oltre 20.000 spettatori in sette anni. Per l’attuale edizione bisogna ringraziare la Società Italiana degli Autori ed Editori che ne ha supportato la realizzazione, come ha annunciato su Facebook l’autore del format teatrale, Fabio Morgan: “SIAE ha scelto di sostenere I Nasoni Raccontano e quindi il progetto si farà anche nel 2023: siamo infinitamente grati per questo sostegno che rende possibile, in un momento di grande difficoltà, un progetto che coinvolge un’intera comunità di artisti e spettatori.”
Anche Francesca Pausilli ha pubblicato un post per rendere note le date degli spettacoli di questa edizione de “I Nasoni” a Tor Pignattara, dopo le quali sarà impegnata nell’Estate Romana a San Lorenzo, in piazza dell’Immacolata: mercoledì 19 luglio con “Io libero” di e con Veronica Liberale e sabato 22 luglio con “Che Classe” di Veronica Liberale, per la regia di Pietro De Silva, in cui veste i panni di una youtuber iscritta ad una classe serale.
Ingresso gratuito su prenotazione obbligatoria
«Quando ch’ebbero lasciato alle spalle, passa passo, Porta Furba e si furono bene internati in mezzo a una Shanghai di orticelli, strade, reti metalliche, villaggetti di tuguri, spiazzi, cantieri, gruppi di palazzoni, marane, e quasi erano arrivati alla Borgata degli Angeli, che si trova tra Tor Pignattara e il Quadraro (…)» (Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di vita)
“I Nasoni Raccontano – la storia ha il naso lungo”
LE EDIZIONI PRECEDENTI:
2021: V EDIZIONE SPECIALE: 100 anni di CENTOCELLE
2020: IV EDIZIONE – GORDIANI quadrante capitolino, oggetto di riflessione sociale e artistica negli scritti di Moravia e Pasolini e scenografia ideale di pellicole come “Accattone” sempre di Pasolini. Nato come borgata ufficiale tra il 1928 e il 1930, nel dopoguerra, era abitato da povera gente, circa 5000 persone, che vivevano in casette ad un piano, costruite con materiali di risulta, prive di acqua corrente, di luce e di bagni. Nella cosiddetta Villa dei Gordiani, sul lato nord della via Prenestina si trovano i resti più monumentali: il Mausoleo rotondo, degli inizi del IV sec. d.C., l’adiacente basilica, sul tipo di quelle funerarie di età costantiniana, due cisterne e due grandi aule della metà del III sec. d.C.
2019: III EDIZIONE – PIGNETO area urbana che si estende, a mo’ di triangolo isoscele, da piazzale Labicano tra le vie Prenestina, Casilina e di Acqua Bullicante. I vertici di questo triangolo possono essere identificati nella Porta Maggiore (fra la Prenestina e la Casilina), largo Preneste (fra la Prenestina e via di Acqua Bullicante) e la piazza della Marranella. Durante la seconda guerra mondiale, il Pigneto, di composizione sociale popolare al pari del quartiere San Lorenzo, fu molto attivo nell’Antifascismo e subì i bombardamenti alleati del 1943 e del 1944.
2018: II EDIZIONE – TORPIGNATTARA
2017: I EDIZIONE – CENTOCELLE L’attuale toponimo deriva dalla villa romana ad Duas Lauros (in latino ai Due Allori), che venne chiamata Centum Cellae per le sue dimensioni indicanti la presenza di estese rovine antiche come in altre zone dell’Agro romano. La villa sorge nell’area del parco archeologico, a sud della via Casilina, ed era compresa in una grande proprietà imperiale, identificata nell’abitazione dei Secondi Flavi, quale residenza dell’imperatrice Elena. La proprietà era ancora in uso nel V secolo, dato che le fonti riportano questo come luogo della morte di Valentiniano III. Dopo la donazione della proprietà alla Chiesa, fu istituita qui la diocesi suburbicaria Subaugusta. Dal 1523 è attestato il nome Centocelle, con la Torre di Centocelle, costruita già nel XII secolo a controllo della strada consolare. Alla fine del XIX secolo fu costruito il Forte Prenestina. L’edificazione del quartiere iniziò con la nascita e lo sviluppo dell’omonimo aeroporto, il primo in Italia risalente al 15 aprile 1909, quando Wilbur Wright venne a dare una serie di dimostrazioni del Flyer e girò per la prima volta in assoluto un filmino da un aereo in volo. Parte dei villini ancora esistenti erano le abitazioni del personale militare, ufficiali e sottufficiali dell’aeroporto. Proprio per la presenza di questo obiettivo militare la zona fu fatta oggetto di numerose incursioni aeree alleate nel corso della Seconda guerra mondiale. Durante gli Anni ’40 Centocelle aveva il suo punto centrale in piazza dei Mirti e la via principale in via dei Castani, costeggiate da piccole case basse a uno-due piani. Nella piazza sorgeva un’osteria con un pergolato, dove risiedeva il comando partigiano di zona nel periodo in cui, nei primi mesi del 1944, Centocelle divenne “zona liberata”, mentre tutto intorno si estendeva il tracciato dei binari delle ferrovie vicinali. Al di là di questi due luoghi, c’erano strade in terra battuta, che si addentravano nella campagna circostante verso la marrana allora presente che scorreva in una valletta. Questi sentieri avevano tutti intorno casupole, disposte disordinatamente su un terreno leggermente ondulato. Con caratteristiche più vivibili rispetto al vicino Quarticciolo, Centocelle accoglieva operai dell’industria romana, artigiani, piccoli commercianti, contadini e tranvieri, che ne abitavano le case migliori. Il Borgo Ragazzi don Bosco nasce nel dopoguerra su via Prenestina come centro educativo e ricreativo con lo scopo di fornire educazione e formazione alla copiosa quantità di ragazzi presenti nelle strade del quartiere. La struttura, oltre ad essere un luogo di culto, possedeva una scuola professionale nella quale i ragazzi potevano apprendere un mestiere, e aree dedicate ad attività e giochi per la ricreazione come la pista d’atletica, il biliardino, il ping pong e il cinema. (fonte Wikipedia)